Roma. Giacomo Matteotti deputato socialista viene assassinato dai fascisti.
Era un sabato. Matteotti uscì di casa verso le quattro per andare a Montecitorio. Ad attenderlo, sul Lungotevere, un’automobile con cinque uomini a bordo: Dumini, Volpi, Viola, Poveromo, Malacria. Erano gli uomini della Ceka, una squadra di avanzi di galera al servizio del fascismo per punire gli oppositori.
Matteotti si accorse dell’auto solo quando fu troppo tardi: lo afferrarono e lo catapultarono dentro. L’auto iniziò la sua corsa: Matteotti cercò di difendersi tirando un calcio nei testicoli di Viola e il suo tentativo di liberarsi fu bloccato da una pugnalata che gli recise la carotide. Il cadavere di Matteotti fu ritrovato il 16 agosto nel bosco della Quartarella.
La sua colpa? Aver chiesto il diritto di parlare.
Giacomo Matteotti il 30 maggio 1924 aveva chiesto di invalidare i risultati elettorali del 6 aprile: la maggioranza governativa, secondo il deputato, quei quattro milioni di voti non li aveva ottenuti liberamente.
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