NASCONO 'LE TORRI DEL VENTO' E DEBUTTANO CON UN PLAYBOY

In una Palermo che arranca, sotto tutti i profili, apprendere che un gruppo di giovani ha trovato il coraggio di dare vita ad una piccola casa editrice, è motivo di conforto e allo stesso tempo di speranza per quanti non si rassegnano a considerare possibile la irredimibilità di sciasciana memoria. Investire nella cultura e nella editoria, con l' aria che tira, può sembrare antieconomico come ci segnalano non pochi indicatori. Ma se al pessimismo della ragione, si contrappone l' ottimismo della volontà, tutte le resistenze e paure passano in secondo piano per lasciare spazio ad una scommessa. I fondatori della casa editoriale Torri del Vento (gli uffici sono proprio in una di due torri che sovrastano un antico palazzo sull' asse di via Roma), coordinati dal giovane avvocato Daniele Anselmo (direttore della collana "i capperi"), intendono realizzare un progetto ambizioso: diffondere la cultura e l' amore per i libri. Privilegeranno gli scritti di nuovi talenti ma anche la ristampa di testi dimenticati o poco conosciuti di autori siciliani che spaziano dalla storia alla memorialistica, dai gialli alle biografie, dai racconti ai romanzi. Insomma un modo per scovare e valorizzare autori. La prima uscita delle palermitane edizioni "Torri del Vento" è la singolare biografia di un playboy della Belle Epoque come Ignazio Florio, scritta da un amico di famiglia, l' avvocato Giovanni Marasà, scomparso nel 1975. Il libretto, con una veste tipografica elegante, è già nelle librerie (costo 10 euro). Il libro di Marasà è un viaggio nelle abitudini e nei vizi del più famoso esponente della famiglia Florio, la dinastia palermitana che, nei primi del Novecento, dominava in tutti i settori dell' economia siciliana. Le avventure galanti di Ignazio Florio offrono il ritratto di un simpatico guascone dedito ai piaceri e alla mondanità, assolutamente estraneo agli affari di famiglia che cominciano proprio allora a vacillare, preludio di un tracollo inarrestabile. Caustico il giudizio di Gaetano Savatteri che ha curato la prefazione: «La lettura del libro di Marasà ci regala brani di conversazione, aneddoti arricchiti di particolari, squarci di conversazioni perdute di quando il pettegolezzo era arte sopraffina, che costruiva o demoliva le reputazioni pubbliche. Il piacere sottile di parlare e sparlare. Piacere molto palermitano».
LINO BUSCEMI