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martedì 31 marzo 2009

'chi bellu ciauru': il marchio di Rosario, sfincionaro di Borgo Nuovo


Repubblica — 16 dicembre 2008 pagina 8 sezione: PALERMO



Chi non conosce la sua abbanniata: «Chi bellu ciauru. è bello, ora 'u sfurnavo. Io ci fazzu gràpiri 'u pitittu». è l' inconfondibile richiamo dello "sfincionaro". E Rosario Gugliuzza, che da 22 anni fa il venditore ambulante di sfincione, all' abbanniata ha aggiunto biglietti da visita e messaggio promozionale sul tettuccio della sua motoape: «Se sfincione vuoi mangiare da Rosario devi andare».


Ovale o rettangolare, con o senza formaggio, caldo o freddo: è lui, lo sfincione, il protagonista della cucina made in Palermo di cui Rosario, 41 anni, contribuisce a tenere viva la tradizione.


Tutto è cominciato allo stadio. Lì, suo suocero Giuseppe vendeva lo sfincione. Da lui Rosario ha imparato il mestiere. «Mio suocero era malato - racconta - e io sono un amante del pallone. Una domenica di 22 anni fa, allo stadio, mi sono offerto di aiutarlo. In poco tempo ho venduto tutto. L' indomani, ho comprato il lapino e ho cominciato a vendere lo sfincione».


Il suo giro comincia alle 6,30 da piazza Sant' Isidoro alla Guilla. è qui, che a notte inoltrata, alla "Centrale dello sfincionello" alzano le saracinesche: pentole enormi colme di cipolla si intravedono dalla piazza, mentre qualche gatto fa la guardia e un gruppo di ragazzi consuma la leccornia appena sfornata sul posto. Da qui Rosario, caricate le 15 teglie sul lapino arancione tirato a lucido, inizia la sua giornata lavorativa. Ha clienti di tutti i tipi: dalla massaia che gli abbassa il paniere dal balcone al professionista che fissa un appuntamento per raggiungerlo.


Sono le dieci di mattina quando in via Dante arriva, a bordo del suo scooter, Massimiliano Principe, commercialista che abita in piazza Croci. «Questo sfincione mi è piaciuto più degli altri - dice - ho incontrato Rosario in via Malaspina. Da allora, ogni volta che ho voglia di mangiare sfincione, gli telefono e ci diamo un appuntamento. Stasera ho amici a casa che non mangiano il formaggio, e questo è perfetto perché è senza».


Consegnate le cinque teglie, Rosario saluta il cliente e prosegue per via Parlatore. Il suo giro terminerà a Borgo Nuovo, dopo aver attraversato la Noce. Alle 20 Rosario potrà tornare a casa dalla moglie e dai figli: ne ha quattro, l' ultimo arrivato ha poco più di un anno. Cosa gli darà Rosario da mangiare?

SERENA MAROTTA

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